Piano Industriale: un utile strumento di comunicazione.
Nonostante le resistenze, ancora oggi, da parte di alcune organizzazioni a “raccontarsi” all’esterno, è innegabile che la comunicazione rappresenti, per le aziende, uno strumento di creazione e di diffusione del valore. Comunicare incide sulla capacità di attrarre in modo stabile e duraturo risorse e consente di far conoscere e apprezzare all’esterno le dinamiche del proprio business. Sempre di più gli stakeholder manifestano una vera e propria necessità conoscitiva qualitativa oltre che quantitativa: dagli istituti bancari agli investitori attuali e potenziali, fino a clienti, fornitori e dipendenti stessi.
Sebbene le esigenze di questi gruppi di interesse siano piuttosto variegate, sempre maggiore è la richiesta di ricevere informazioni qualitative diffuse, oltre a quelle relative alle grandezze di reddito e capitale.
Il bilancio d’esercizio, che fino ad ora ha rappresentato il mezzo per eccellenza della comunicazione (obbligatoria) dell’azienda, viene ormai considerato da molti troppo rigido e standardizzato, per “comunicare” davvero qualcosa di rilevante.
Se, per esempio, facciamo riferimento ai rapporti tra l’impresa ed i soggetti che vi apportano capitale di credito e capitale di rischio, non c’è dubbio che un’informativa più ampia ed esaustiva sia un presupposto chiave per impostare progetti solidi e duraturi.
Ecco quindi che il piano industriale diventa lo strumento preferenziale di comunicazione (volontaria) per:
- aumentare la credibilità sia dell’azienda che del suo gruppo manageriale;
- facilitare l’accesso ai capitali;
- migliorare il rapporto con i fornitori;
- aumentare il numero degli investitori a lungo termine;
- aumentare consapevolezza e responsabilità dell’organizzazione.
In questo senso, nonostante possano esserci anche sostanziali differenze di livello di maturità delle aziende (da start up a azienda strutturata) e specificità del settore in cui operano, proviamo a delineare le informazioni che non dovrebbero mai mancare in un piano industriale:
- La Vision e Mission aziendale. Obiettivi sia di medio che di lungo termine. È importante condividere i valori fondanti dell’organizzazione e a cosa aspira ad essere quest’ultima.
- La composizione societaria, la struttura operativa e la seniority dei manager a livello di divisioni aziendali;
- La strategia a livello corporate e poi delle diverse unità strategiche di business;
- Le azioni che saranno realizzate per il raggiungimento degli obiettivi strategici;
- Le strategie marketing, commerciali e produttive;
- La stima dei principali risultati attesi sul piano economico-finanziario, competitivo e sociale;
- Le attività di ricerca e sviluppo, con gli opportuni limiti a tutela del capitale intellettuale;
- Gli investimenti programmati;
- Le risorse umane, con informazioni su livelli di performance e sui sistemi di incentivazione;
- I clienti. Anche in questo caso con un occhio alla tutela del patrimonio competitivo;
- I dati economico-finanziari e patrimoniali storici e di tipo prospettico;
- L’andamento dei key value driver.
Abbiamo già citato banche e investitori come stakeholder primari con cui condividere il piano industriale, ma possiamo ipotizzare di coinvolgere anche fornitori e distributori strategici in termini progettuali. Il coordinamento degli indirizzi strategici può essere condizione indispensabile per il successo delle singole imprese.
Ma la funzione di strumento di comunicazione che il piano industriale può apportare all’azienda non si ferma solo agli stakeholder “esterni”. Lo stesso percorso di sviluppo prevede importanti momenti di condivisione e comunicazione interna.
Il piano industriale, infatti, può aiutare a sviluppare un utile processo di apprendimento, creando consapevolezza e senso di responsabilità.
Sempre attraverso il piano industriale poi, l’organizzazione definisce e comunica i valori, gli obiettivi, le modalità di azione e i sistemi con cui premia le risorse per i risultati ottenuti. Infine, con un appropriato livello di dettaglio, i manager potranno trovare le linee guida per implementare le attività, i relativi tempi e risorse, nonché gli indicatori di misurazione delle performance.
Come detto, negli ultimi anni la comunicazione aziendale ha acquisito notevole rilevanza, tanto da essere considerata parte integrante della strategia d’impresa. Per questo motivo, la redazione del piano industriale, e la sua controllata e personalizzata comunicazione, oggi si pone come punto di partenza per la costruzione della credibilità informativa dell’impresa.